“Quer Ballo” è il nuovo singolo di Costa, fuori il 20 gennaio per Fiori Rari. Il singolo nasce a Milano, nel bel mezzo di una visione quasi nostalgica di Roma, città in cui è nato l’artista. L’uscita è però duplice: ad accompagnare la versione originale, possiamo ascoltare anche quella remixata da North of Loreto aka Bassi Maestro.
Noi abbiamo chiesto a Costa di raccontarci qualcosa in più sul brano!
Ciao Stefano, benvenuto nel nostro spazio: non potevamo perdere l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con te subito dopo la pubblicazione del tuo singolo, o meglio duplice singolo. “Quer ballo” infatti possiamo ascoltarlo sia in versione “originale” che remixata da Bassi Maestro. Come mai hai optato per questa doppia pubblicazione?
Ciao e grazie delle domande! Quando ho presentato “Quer Ballo” al Festival di SanNolo non sapevo quale sarebbe stato il futuro di questa canzone. E quando Bassi Maestro ha scelto il mio brano per il premio tecnico che prevedeva il remix di North Of Loreto (il suo nuovo progetto house) ho capito subito che avrei voluto presentare insieme le due anime così opposte. Non volevo infatti perdere la delicatezza che avevo cercato nel brano chitarra e voce e nemmeno il sound bellissimo che Bassi ha costruito intorno al mio brano.
Entrambe le versioni contribuiscono a disegnare sicuramente il mondo fantastico e immaginativo evocato dal brano, ma a proposito del contenuto, come nasce “Quer Ballo”?
Nasce in un pomeriggio qualunque a parco Sempione a Milano, mentre guardavo una ragazza arrampicarsi sui tessuti. Mi ha colpito molto quell’immagine così contrastante con quello che succedeva intorno, tanto che ho voluto fermarla nel tempo e trasportarla in un bosco di un’isola lontana.
Costa è il tuo progetto solista, ma tu sei anche parte della band degli STAG: c’è stato un momento in cui hai deciso di “staccarti” per dedicarti interamente alla tua musica e se sì, quale?
Non c’è stato un momento preciso, semplicemente scrivendo per il gruppo, con il passare del tempo, mi sono reso conto che quello che scrivevo era sempre meno affine alle sonorità della band e alla voce di Marco Guazzone (cantante degli Stag) e sempre più vicina ad un mondo mio. Ho deciso quindi – a passi molto piccoli – di cominciare a costruire un progetto tutto mio, consapevole delle difficoltà di ricominciare da zero. Però ho accettato la sfida e sono riuscito a pubblicare un disco e questo singolo, che ne anticipa altri.
Parlando invece della composizione, come nasce un pezzo di Costa?
A me piace molto partire da dei riff di chitarra che mi piacciono e su cui riesco a creare delle melodie: quando questi due elementi si agganciano, allora decido di lavorare al pezzo, una volta costruita la struttura passo alla creazione del testo. Ancora non mi è mai successo di partire da un testo e creare una canzone (o almeno i primi tentativi non sono andati a buon fine).
Immaginiamo che Roma sia un po’ la musa del tuo ultimo singolo ma anche l’oggetto della dedica: quanto si è modificato in te, da un punto di vista di approccio creativo, per il fatto di esserti trasferito da Roma a Milano?
In realtà da quando sono a Milano la creatività è un po’ rallentata. I ritmi più lenti, e forse più umani, di Roma (con tutte le problematiche che si porta dietro, ovviamente) rendevamo più naturale la creazione e la scrittura. Sicuramente a Milano è cambiato il mio approccio alla vita di tutti i giorni e alla gestione dei miei progetti.
Rivelaci invece quali sono stati gli ascolti che ti hanno ispirato ultimamente e che ti va di condividere con i nostri lettori!
Sarebbero tantissimi, quindi cercherò di fare una piccola selezione. Mi piace sempre partire dagli ascolti per me intramontabili, quelli che mi porto dietro da quando sono piccolo. Il primo è la Dave Matthews Band (che mi porterò sempre nel cuore) e l’altra sono i Radiohead (che reputo i Beatles dell’era moderna). Parlando di ascolti più moderni invece dirò Bruno Major, Niccolò Fabi, Andrea Laszlo de Simone e Bon Iver.