Dopo una gavetta lunga a sufficienza per temprare il timbro e le membra di una sensibilità identitaria, capace di mescolare tra loro mondi diversi e sospesi tra pop e canzone d’autore, Bert torna a far sentire la sua voce alla scena a pochi mesi di distanza dalla pubblicazione del suo primo singolo per Revubs Dischi: “Scusami” è la lettera spedita dal cantautore romagnolo al suo cuore infranto, nelle orecchie di tutti dal 25.3.2022. Abbiamo fatto qualche chiacchiera con il talento di Revubs Dischi per saperne qualcosa di più su lui e la sua musica!
Bert, due singoli all’attivo con Revubs e una lunga serie di uscite da totale indipendente. Quali sono i fattori che ti hanno spinto a cominciare a collaborare con la label ligure, e quali sono secondo te oggi i principali ostacoli per un artista indipendente?
Ciao! Esattamente, siamo già al secondo singolo con Revubs, il tempo vola quando ci si diverte! Sicuramente uno dei motivi sono le produzioni di Altrove, avevo bisogno di nuove idee e di freschezza per il mio progetto musicale.
In diversi tuoi brani, esplicitamente segnalati nel testo oppure presentati in copertina, emergono riferimenti all’Emilia-Romagna. Come ti relazioni con il tuo territorio d’origine, e qual’è il legame con le zone che hanno reso celebre il cantautorato nazionale?
Anche se sono adottivo, ma ormai è una vita che vivo qui, mi trovo molto bene e si percepisce nei posti che qui in giro è nata gente che ha fatto la storia della musica italiana. Non mi sembra pesi come cosa, anzi, può essere uno stimolo in più, anche perché non credo si possano fare paragoni tra i cantautori del passato e quelli di oggi.
Ecco, già che ci siamo parliamo delle tue influenze, e dei principali tuoi ascolti. Con che musica sei cresciuto?
I miei ascolti sono davvero di tutti i generi. Da piccolissimo ad esempio alternavo Masini a Vasco, Lunapop, i Guns, Bon Jovi. Poi crescendo sono aumentate le influenze indie-rock-punk inglese e americano (Arctic Monkeys, Kasabian, Florence and the machine, The Cure, The Strokes, The Hives ecc)
Passando ovviamente per il cantautorato di De André, Tenco, Battisti, Dalla, aquello più recente e moderno dei vari Dente, Brunori, Mobrici, Tommaso Paradiso, Cremonini ecc
Quando hai deciso che avresti scritto canzoni nella vita? Ricordi il momento in cui sei salito la prima volta su un palco?
È capitato un po’ cosi, per caso. Era un periodo in cui suonavo di continuo in casa e ho provato a creare qualcosa, ovviamente con pessimi risultati. Poi col tempo son migliorato (o almeno spero!).
La mia prima esibizione vera e propria è stata molto particolare, perché è stata in un centro oncologico, molto forte a livello emotivo. Poi da li ho iniziato a partecipare a vari festival nazionali.
“Scusami” è il tuo ultimo singolo: una lettera d’amore destinata a tentare di ricucire strappi apparentemente insanabili. La domanda è: cosa può fare, secondo te, una canzone? Può bastare una canzone, spesso, per sanare una ferita o è solo un palliativo di poco conto?
Lo strappo più grande da ricucire era, in primis, con me stesso e in questo ci riesce alla grande. Ed è proprio questa la magia della musica, riuscire a trasformare un ricordo, sensazione, emozione negativa in qualcosa di molto bello.
A volte può bastare a rimetterti in linea con l’universo, quindi ha un potere gigante!
Prenditi il tuo spazio, salutandoci, per scusarti di qualcosa che senti di non esserti ancora fatto sufficientemente perdonare.
Vi ringrazio per la chiacchierata e spero di sentirvi presto per parlare di nuova musica
La cosa di cui vorrei scusarmi invece è di non essermi fatto vedere spesso in giro ultimamente, complice la situazione covid, spero di poter rimediare presto e di poter riprendere a suonare il più possibile!