- Ciao Mikimas, per iniziare ci racconti chi sei e come nasce il tuo percorso musicale?
Innanzitutto ciao e grazie a voi per avermi dato l’opportunità di rispondere alle vostre domande. Sono uno studente universitario per Scienze dei Beni Culturali all’Università degli Studi di Milano e ho 20 anni. Il mio progetto da solista è nato tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 scrivendo qualche canzone che pubblicai su Instagram, per poi toglierle perché erano di bassa qualità, qualche mese dopo annunciai un disco autoprodotto per poi scartare subito l’idea perché non avevo i testi pronti e gli arrangiamenti non erano ben registrati. La svolta arriva a novembre 2020 quando vengo selezionato per il concorso Sanremo Newtalent e quindi è la volta buona che inizio a scrivere il primo brano ufficiale con Andrea Cattarina (il producer); nasce quindi “Let’s start!”, che verrà proposta alle Audizioni Nazionali Dirette di Sanremo Newtalent Winter 2021 proprio a Sanremo nell’Hospitality Rai di Casa Sanremo, a pochi passi dall’Ariston. Non passo il turno ma mi iscrivo subito dopo all’edizione Summer che si è svolta e conclusa di recente a fine Settembre a Rimini, portando il singolo appena uscito (Il mio sabato sera), col quale passo le audizioni arrivando in Finale di Categoria ma non passando in finalissima, è stato davvero un peccato…
- Se pensi a due album che ti hanno cambiato la vita, quali diresti e perché?
Un album, che è più un disco live, che mi ha cambiato la vita è Campovolo 2.011 di Luciano Ligabue; pertanto il medesimo DVD ha scatenato in me una sensazione preliminare che mi diceva già di sognare a fare il cantante. Ogni estate lo ascolto e non mi stanco mai di sentire tutti quei pezzi dal vivo con i suoi riarrangiamenti in alcuni casi… concerto da brividi. Un album vero e proprio che mi ha cambiato la vita è sempre di Ligabue e stiamo parlando di Mondovisione: partendo dal presupposto che è il mio album preferito, è l’album le cui canzoni erano quelle che più cantavo e che mi immaginavo di suonare le prime volte su un palco, soprattutto facendomi tanti film mentali in cui suono davanti a tanta gente.
- Arriviamo da un anno difficile a causa della pandemia. Come hai vissuto questo periodo particolare soprattutto a livello di ispirazione artistica?
Per la prima volta ho avuto modo di fermarmi a riflettere e a pensare che fosse giunto il momento di provare a far nascere qualcosa di mio, guardandomi indietro, oltre che avanti. Quindi arrivo al punto che ciò che ho vissuto, vivo e vivrò deve essere raccontato ed espresso in quei 3/4 minuti con della musica sopra. Quindi come sapete, le mie canzoni sono soprattutto delle situazioni personali, mettendomi a nudo, tra angosce, sogni e certezze.
- Ci racconti com’è nato “Il mio sabato sera” e cosa rappresenta per te?
“Il mio sabato sera” nasce ad aprile mentre canticchiavo una melodia che avevo in testa da qualche minuto, e inizio a buttare giù delle parole fino a che non mi viene in mente un titolo che fosse coerente con quella che è la mia filosofia di scrivere canzoni, vale a dire raccontare esperienze; chiamo il mio producer (Andrea Cattarina) e gli faccio sapere di raccontare questa storia con questo messaggio e gli mando un audio con la melodia cantata e lui si mise subito a scrivere gli arrangiamenti, fu ultimato tutto a fine agosto/inizio settembre. Questo pezzo lo considero uno sfogo per un problema personale spesso ricorrente, ma anche un messaggio per gli altri.
- Su quale palco ti piacerebbe portare questo e altri tuoi pezzi?
Beh sicuramente quello del Forum di Assago e anche il teatro Nazionale di Milano.
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