Oggi abbiamo intervistato Riviere, cantautore dell’etichetta Revubs Dischi, che da poco ha pubblicato il suo nuovo singolo “Come il lago”, sequel di “Quando parlano di te”.
L’artista tra una domanda e l’altra ci parla dei suoi ascolti e delle melodie che lo hanno influenzato per renderlo l’autore che è oggi. Buona lettura!
Ciao Riviere, benvenuto! Il 16 aprile pubblichi il tuo secondo singolo “Come il lago” sempre per Revubs Dischi, ti va di presentarcelo?
Ciao! Certamente. “Come il lago” descrive il momento in cui l’aggiungersi man mano di fratture e incomprensioni in un rapporto arriva al punto di intrappolarci in false convinzioni, che sono il “vortice” di cui parlo. È uno dei pezzi a cui sono più affezionato, sia per l’arrangiamento che omaggia una grande parte della mia esperienza musicale, sia per il contenuto del testo.
Il tuo nuovo singolo potrebbe essere in qualche modo la naturale prosecuzione (contenutistica) del tuo brano d’esordio “Quando parlano di te”?
Lo è. È la presa della piena consapevolezza, non ancora del tutto lucida ma ormai chiara, della situazione di dubbio e incertezza di “Quando parlano di te”. Il cielo del tutto coperto all’inizio del brano inizia ad aprirsi nel suo corso e lascia passare, dagli spazi tra le nuvole, piccoli sprazzi di luce, segno che la ferita sta iniziando a guarire e la mente a giudicare con più sicurezza il mondo esterno.
Sembra esserci stato un cambiamento da un punto di vista musicale, in “Come il lago” sembra che ci sia un’attenzione verso il folk rock, in che direzione musicale cerchi di portare la tua musica?
Con il folk rock ho un debito grandissimo. È uno dei generi che più mi ha formato nell’adolescenza e in ogni cosa che scrivo adesso, anche la più lontana come approccio melodico/armonico, ha dentro tutta la mia esperienza di ascolto, sempre. La produzione di “Come il lago” ha voluto omaggiare quella parte di me: avevo bisogno di quell’energia e di quella spinta ritmica per accompagnare al meglio la melodia e il suo testo, sono molto soddisfatto del risultato e sono sicuro che continuerò a richiamare quelle sonorità in futuro.
A chi ti ispiri maggiormente da un punto di vista musicale?
Premetto che la mia ispirazione principale è qualunque cosa sia capace di comunicare con me. Per quanto riguarda la musica, che sia a livello sonoro o testuale, se il risultato di questo rapporto di comunicazione con quell’opera è la meraviglia, so che ho guadagnato un ottimo punto di riferimento a cui poter tendere.
Lasciaci con tre consigli d’ascolto che segnano le tue giornate ultimamente!
Se esistessero ancora i dischi avrei letteralmente consumato “Fondamentale” di Milella, compagno di etichetta e autore bravissimo: canta una melodia dolcissima che tocca le note giuste nei punti giusti. Ho rispolverato inoltre un bel pezzo della mia adolescenza che è “Disloyal Order Of Water Buffaloes” dei Fall Out Boy. Infine, tra i miei ascolti recenti c’è una bellissima ballad dall’ultimo album di Miley Cyrus, “High”.